La Direzione scientifica, espletata una prima sommaria valutazione dei lavori sottoposti per la pubblicazione, li avvia al referaggio o revisione scientifica tra pari (peer review), dopo aver espunto dal testo ogni elemento idoneo a consentire l’identificazione dell’autore o dell’autrice.
Per ciascun lavoro (tranne che per i contributi della sezione dell’Osservatorio), la revisione scientifica viene affidata, con il metodo del “doppio cieco”, ad uno studioso (referee) esterno alla Direzione scientifica ed alla Redazione della Rivista, e scelto sulla base della riconosciuta esperienza e competenza rispetto ai temi trattati nel lavoro stesso, nonché sulla base dell’assenza di conflitti d’interessi, da un lato, e di legami particolari (di parentela o affinità, di stretta amicizia, di colleganza nel medesimo Dipartimento o nella medesima Scuola accademica) con l’autore o con l’autrice, dall’altro.
Il referee esprime entro il termine massimo di due settimane la propria valutazione positiva ovvero negativa in merito alla pubblicabilità del lavoro nella Rivista, compilando una scheda che viene inviata alla Direzione scientifica e all’Editore, i quali ne curano l’inoltro, in maniera anonima, all’autore/autrice dell’articolo.
Nel caso in cui la valutazione del referee risulti negativa, la Direzione scientifica della Rivista può comunque decidere di interpellare, con le medesime modalità del primo, un secondo referee.
Le schede contenenti le valutazioni espresse dai referees vengono archiviate e conservate, anche in formato elettronico, a cura della Direzione della Rivista.
In linea con le previsioni del Regolamento dell’ANVUR, in casi eccezionali, la Direzione può assumere direttamente la responsabilità della pubblicazione di singoli contributi mirati al lancio di una determinata proposta culturale ed il cui merito non è perciò assoggettabile ad una valutazione esterna, senza sottoporli a previa revisione scientifica, egnalando la circostanza e le relative motivazioni in una nota nella prima pagina del contributo.